La Commissione Europea ha presentato nei giorni scorsi il Piano di efficienza energetica 2011, dove indica la strada da percorrere per raggiungere gli obiettivi al 2020.
Il piano dovrà essere approvato dalle istituzioni europee e rientra nel quadro dell'obiettivo del 20% di risparmio energetico al 2020 e nella realizzazione della visione europea del 2050 di un'economia basata su un uso efficiente delle risorse e a basse emissioni di carbonio.
La Commissione parte dal presupposto che l'efficienza energetica può essere considerata la maggiore risorsa energetica dell'Europa e che il maggior potenziale di risparmio è nell'ambito degli edifici, a seguire nell'industria e nei trasporti. Quasi il 40% del consumo finale di energia è assorbito, infatti, da case, uffici pubblici e privati, negozi e altri edifici, e due terzi di questa percentuale sono utilizzati per il riscaldamento. E' necessario quindi mettere in atto politiche che permettano di sfruttare le tecniche per ridurre fino a tre quarti il consumo degli edifici.
Un campo d'intervento privilegiato sarà quello degli edifici pubblici che rappresentano il 12% del patrimonio edilizio dell'Ue. La Commissione presenterà "uno strumento giuridico in base al quale le autorità pubbliche saranno tenute a rinnovare ogni anno almeno il 3% dei loro edifici (per superficie al suolo) — circa il doppio del tasso attualmente vigente per il patrimonio edilizio europeo. Ciascun rinnovo dovrebbe portare l'edificio al livello dei migliori 10% del patrimonio edilizio nazionale".
I nuovi obiettivi di efficienza, secondo la Commissione, dovranno essere raggiunti in due fasi: la prima, che va da ora al 2013, prevede l'elaborazione dei piani di efficienza nazionali mentre la seconda constisterà in un momento di valutazione degli stessi e della loro efficacia. Se questa dovesse mancare la Commissione avvierà la seconda fase proponendo obiettivi nazionali giuridicamente vincolanti per il 2020.
Il piano prevede interventi che mirino a superare la frammentazione degli incentivi, a migliorare la formazione, a rafforzare le Esco e a dare maggiore linfa alle iniziative locali (già promosse con il Patto dei Sindaci). Stesso discorso per il settore dell'industria, dove sarà promossa l'efficienza degli impianti attraverso il recupero di calore nei processi di produzione dell'elettricità, la cogenerazione ad alto rendimento e l'efficienza delle reti.
Grazie a queste nuove misure e a quelle già esistenti secondo la Commissione sarà possibile generare un risparmio di 1000 euro all'anno a famiglia e potenziare la competitività dell'industria europea, creando fino a 2 milioni di posti di lavoro e riducendo di 740 milioni di tonnellate le emissioni annue di gas serra.
La Commissione parte dal presupposto che l'efficienza energetica può essere considerata la maggiore risorsa energetica dell'Europa e che il maggior potenziale di risparmio è nell'ambito degli edifici, a seguire nell'industria e nei trasporti. Quasi il 40% del consumo finale di energia è assorbito, infatti, da case, uffici pubblici e privati, negozi e altri edifici, e due terzi di questa percentuale sono utilizzati per il riscaldamento. E' necessario quindi mettere in atto politiche che permettano di sfruttare le tecniche per ridurre fino a tre quarti il consumo degli edifici.
Un campo d'intervento privilegiato sarà quello degli edifici pubblici che rappresentano il 12% del patrimonio edilizio dell'Ue. La Commissione presenterà "uno strumento giuridico in base al quale le autorità pubbliche saranno tenute a rinnovare ogni anno almeno il 3% dei loro edifici (per superficie al suolo) — circa il doppio del tasso attualmente vigente per il patrimonio edilizio europeo. Ciascun rinnovo dovrebbe portare l'edificio al livello dei migliori 10% del patrimonio edilizio nazionale".
I nuovi obiettivi di efficienza, secondo la Commissione, dovranno essere raggiunti in due fasi: la prima, che va da ora al 2013, prevede l'elaborazione dei piani di efficienza nazionali mentre la seconda constisterà in un momento di valutazione degli stessi e della loro efficacia. Se questa dovesse mancare la Commissione avvierà la seconda fase proponendo obiettivi nazionali giuridicamente vincolanti per il 2020.
Il piano prevede interventi che mirino a superare la frammentazione degli incentivi, a migliorare la formazione, a rafforzare le Esco e a dare maggiore linfa alle iniziative locali (già promosse con il Patto dei Sindaci). Stesso discorso per il settore dell'industria, dove sarà promossa l'efficienza degli impianti attraverso il recupero di calore nei processi di produzione dell'elettricità, la cogenerazione ad alto rendimento e l'efficienza delle reti.
Grazie a queste nuove misure e a quelle già esistenti secondo la Commissione sarà possibile generare un risparmio di 1000 euro all'anno a famiglia e potenziare la competitività dell'industria europea, creando fino a 2 milioni di posti di lavoro e riducendo di 740 milioni di tonnellate le emissioni annue di gas serra.
Fonte: Emiliano Angelelli